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“Brand” sta diventando una delle parole più abusate di questi ultimi anni. E, come spesso accade in questi casi, il concetto si trasforma in un grande contenitore dentro il quale ci viene messo un po’ di tutto. Accade quindi che ogni due-tre mesi arrivi una nuova ricerca o studio di mercato a proporci la classifica dei brand più famosi/ricchi/noti/potenti/influenti/…whatever. Ultima in ordine di apparizione arriva dalla società inglese di consulenza Brand Finance che ha appena rilasciato il Brand Finance Global 500, uno studio dei marchi globali composto da varie classifiche tra cui spicca la Brand Strenght Index che valuta i marchi più forti e potenti e che vede Ferrari al primo posto. I parametri principali di questa classifica riguardano la desiderabilità, lealtà e fiducia da parte dei consumatori, identità visiva, presenza online e soddisfazioni dei dipendenti. Elementi molto diversi tra loro che, attraverso indici statistici, vengono accorpati insieme: nel caso del cavallino rampante l’elemento vincente è data dalla “grande riconoscibilità, anche laddove le strade non sono asfaltate – ha dichiarato David Haigh, amministratore delegato di Brand Finance – e alla forza di ispirare qualcosa di più della lealtà alla marca, una devozione quasi religione che lo rendono un marchio dal potere indiscutibile”. Dietro Ferrari si posizionano Coca Cola, i colossi della consulenza Pwc (PriceWaterhouseCoopers), McKinsey e poi Google, Unilever, Hermes, Rolex, Red Bull e L’Oreal. Insomma, un gran fritto misto, neanche troppo chiaro. Poi c’è la classifica dei marchi di maggior valore (Valuable Brand Index) basata su dati più oggettivi e precisi. Qui il cavallino risulta al 350° posto con 4 miliardi di dollari contro Apple, salda in prima posizione e i suoi 104,7 miliardi di dollaroni. La mela morsicata di Cupertino nella precedente ricerca (quella sulla forza del brand) si trova al 38mo posto. Sempre nella top 10 del valore del brand si trovano Samsung, Google, Microsoft e Verizon; tra le italiane ci sono Generali (#86) , Tim (#148), Eni (#154), Enel (#163), Unicredit (#186) e Fiat (#253). In questo caso i parametri sono più chiari perché tendono conto del fatturato depurato dai costi generali e del capitale, dalla domanda e come si mantiene nel tempo, quota di mercato, investimenti pubblicitari etc… . È evidente però che la classifica della potenza/influenza del brand ha una sua importanza strategica, specialmente in un’ottica di estensione del marchio (brand extension) e della sua licenza verso altre categorie merceologiche, fuori dal mondo delle auto, per far monetizzare ancora di più il valore del marchio. Ultima annotazione a margine. La società Brand Finance tempo fa aveva fotografato anche i valori di ogni marchio-paese, e poi lo abbiamo ritrovato come consulente della Gran Bretagna per la campagna globale Great ideata dal ministero del turismo e dell’economia inglesi. A pensar male nei prossimi tempi lo potremmo ritrovare come brand advisor in quel di Maranello… fonte: wired.it
Ferrari brand numero 1, ma come si misura la forza di un marchio?